AMEDEO CIANCI  nato a Poggiardo (Lecce) il 12 Luglio 1961

Pensare di porsi di fronte ad un dipinto e considerarlo una semplice riproduzione oggettiva della realtà, rappresenta sicuramente un’ingenuità. La scelta del soggetto, il punto d’osservazione, la varietà e la sintonia delle tinte, l’utilizzo di pennellate dinamiche o pigre, la stesura materica o fluida del colore, trasparente o coprente, il tutto concorre indissolubilmente alla creazione di un’opera sempre soggettiva e relativa.
 

Un ruolo fondamentale ricoprono, oltre alle doti di talento naturali, la realtà storica, culturale e geografica in cui l’artista si trova ad operare, la sua formazione, le conoscenze tecniche… Amedeo Cianci nasce e vive in quella terra permeata e ricca di sfumature che ritroviamo protagonista della maggior parte della sua feconda produzione: il Salento. L’immagine che più frequentemente l’artista ci regala e quella di un cantore del paesaggio.

La semplicità, tranquilla ed armonia con il cosmo parlano attraverso gran parte delle sue opere. Ecco prendere vita davanti ai nostri occhi distese di prati animati da un tripudio di fiori colorati che svettano, ondeggiando, all’ombra di secolari e poderosi ulivi.

Ecco comparire, ancora, vedute di marine con scogliere petrose, o distese di grano, interrotte qua e là, da muretti a secco e scorci di bianche case in lontananza.

Strade quasi deserte di un piccolo paesino salentino ci regalano poi, la percezione di una immobile nel tempo e nello spazio. La scelta di colori ed armonie di tinte delicate, vivide e brillanti, i tratti definiti e non troppo materici, le pennellate sicure e calligrafiche caricano l’atmosfera di una forte aura simbolica, che ci pone quasi in una dimensione arcadica e di comunione con la natura a Dio.


Ma il percorso di Amedeo Cianci, come quello di tutti i grandi artisti, è caratterizzato da una continua evoluzione stilistica e da un incessante accrescimento. Le produzioni più recenti risentono, infatti, di nuovi fermenti.Il lessico si fa più maturo, la tavolozza si raffredda e la scena perde di precisione, ma acquista concretezza materica e un dinamismo nuovo. L’immagine si libera dei limiti della linea, del perimetro che conchiude le forme. Gli oggetti prendono vita grazie a macchie di colore, ogni pennellata diviene cosi segno e disegno. Il colore è libertà e la natura si carica di una maggiore forza evocativa. E però l’elemento artificiale ed umano che prende corpo in questa recente fase artistica, dove l’interesse per gli spazi abitativi e per gli “angolo” di vita vissuta si fa preponderante. Un orizzonte infinito di case e tetti, “claustrofobicamente” affollato, dal sapore quasi irreale ed onirico, traduce forse del pittore, una visione della realtà più caotica e frenetica, tanto che l’insieme perde di nitidezza e di vicinanza. Questa nuova trasposizione dell’umanità diviene un plausibile collegamento con una pittura apparentemente cosi lontana dalla vita semplice e genuina del mondo salentino, quella delle vedute americane.

Eccoci, infatti, catapultati nella frenetica e dinamica vita cittadina di un mondo agli antipodi, gli Stati Uniti.La tavolozza si arricchisce di sfumature di grigio, le pennellate si fanno ancora più veloci ed energetiche e la scelta dei soggetti e dei particolari è mirata a suggerire metaforicamente l’idea del sogno americano, una società all’insegna del movimento, della velocità, del progresso, del lavoro e delle possibilità. Ma aldilà delle parole dette e delle innumerevoli riflessioni fatte e che si potrebbero ancora fare, ciò che rimane è senz’altro la visione puramente soggettiva del Cianci. Pensare quindi, di poter afferrare a pieno il significato di ogni scelta artistica potrebbe essere ancora una volta,una ingenuità .

Daniela Fiorentino

 

Critiche:

Remo Alessandro Piperno:
"Fiori di non so dove neppure a dirne il nome nella tenerezza dell'amore distribuita all'infinito da giardini e giardinieri. Amedeo Cianci, artista legato per vocazione alla più bella tradizione dell'impressionismo francese, segna nella pittura odierna un significativo momento, per un auspicabile futuro aggancio della pittura al figurativo - realista. In Cianci, vedo quindi, il propulsore di un nuovo movimento pittorico, che potrebbe, nel volgere di qualche anno, ripulir la pittura da tutte quelle stravaganti astruserie e pretese avventuristiche delle varie correnti pittoriche di quest'ultimo quarto di secolo. Non sarebbe (come potrebbero pensare erroneamente alcuni) un ritorno al passato, costituirebbe invece un acquisir maggiore coscienza artistica, una riscoperta per la vera pittura (perchè non dimentichiamo che i veri pittori sono i pittori realisti), insomma, un nuovo umanesimo pittorico che darebbe buoni e copiosi frutti all'Arte di domani...

dal sito ufficiale dell'artista


Estratto dal sito ufficiale dell'artista: OPERA 40x140  Olio


Maria Pia Romano:
Leggo questi versi in un poema di Lucien J. Engelmajer e li sento vibrare sulla tela luminosa di Amedeo Cianci. Distese di margherite e papaveri nella sconcertante bellezza del loro vivo cromatismo; un inno alla vita ed alla gioia di vivere del sole Salentino che scalda, anima, fa pulsare; una profonda serenità che si respira nel cuore. Si dischiude l'emozione sincera per tutto ciò che è vivo ed autentico: un fiore, un filo d'erba, il mare cobalto della nostra terra che è un nastro in lontananza ed amoreggia all'orizzonte col blu del cielo. La freschezza del segno pittorico, l'immediatezza espressiva, il profondo amore dell'autore per il nostro Salento, rendono la sua solare arte un piacere da gustare a fondo, senza fretta, per amare un pò di più la vita, per sentire la poesia delle piccole cose entrare in noi, per sorridere col cuore e con l'anima...

dal sito ufficiale dell'artista


Estratto dal sito ufficiale dell'artista: OPERA 200x100  Tecnica mista


Prof. Donato Valli:
La vicenda di Amedeo Cianci comincia con la scoperta di una sua naturale propensione al disegno e al colore. Voglio dire che ancor prima della scuola, del mestiere, della consapevolezza artistica c'era in lui il giusto e la sensibilità di una istintiva adesione alle luci e alle forme d'un paesaggio da cui si sentiva pervaso e quasi levigato come ciottolo terragno dalle acque salutari delle piogge ottobrine. Da questo sentirsi nel paesaggio naturale e umano nasce la pittura. Sicché cotto quello che egli ha fatto di poi non è stato tanto un esprimere quella sensazione, quanto un narrare quella sensibilità in maniera da renderla capace di contenere ogni gradazione possibile di toni, ogni estensione fastosa di colori. Per Cianci, insomma, i contenuti sono pretesti per operazioni di puro calligrafismo coloristico; la loro reversibilità è tale che egli può trascorrere da paesaggi a particolari, da spazialità indefinite a concentrazioni, tese, purché la matita trovi la sua naturale distensione crei da se stessa il suo equilibrio di sogno e di ibridazioni, la sua armonia estetica. Soltanto per questo abbandono confidenziale, per questa gioia di inebriarsi Cianci. può trasmettere il miracolo della sua generosa felicità. Cioè, il mestiere é la cultura non rappresentano un diaframma, un filtro, ma uno strumento dell'espressione; essi vivono al di fuori di ogni programmazione internazionale, per energia creatrice dello stesso paesaggio, il quale impone da se una sua :etnica e quasi una sua legge espressiva...

dal sito ufficiale dell'artista


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