GABRIELE DE STEFANO

È affascinante e stupefacente riconoscere come nell'arte di Gabriele De Stefano convivano sempre aspetti fra loro contrastanti, elementi dicotomici che si contrappongono costantemente, generando una sorta di pulsione vitale dai toni spesso esasperati e dalle improvvise accensioni espressive. Non vi è pace in quest'arte non si può parlare di una superficie armonica in una struttura lineare e consunta, cromaticamente aggredita, calpestata, dissacrata e corrosa da una materia pittorica che non ammette clemenza e non concede respiro.
I lavori di De Stefano dichiarano una struttura estetica estremamente complessa sul piano linguistico e profondamente articolata su quello tematico, da un lato la netta definizione di una superficie materica amalgamata dal collante pittorico, dall'altro una tabulazione enigmatica magicamente evocativa e simbolica.
La linea del contrasto si evidenzia subito sul crinale fra la definizione di una superfìcie territoriale e un orrizzonte iconico, cioè fra l'affermarsi di una grammatica espressiva dai contorni contemporanei e il ricordo di un'immagine dal potere narrativo e rassicurante.

 

Hanno detto di Gabriele De Stefano:

Robert Altman "è affascinante e stupefacente riconoscere come nell'arte di Gabriele Destefano convivono sempre aspetti fra loro contrastanti, elementi dicotomici che si contrappongono costantemente, generando una sorta di pulsione vitale dai toni spesso esasperati e dalle improvvise accensioni espressive. Non vi è pace in quest'arte, non si può parlare di superficie armonica in una struttura lineare e consunta, cromaticamente aggredita, calpestata, dissacrata e corrosa da una materia pittorica che non ammette clemenza e non concede respiro"

Vittorio Gassman "Fuori - ovviamente - da qualsiasi pretesa di giudizio critico specializzato, mi sembra di poter affermare che i temi e il modo stilistico di Gabriele Destefano indicano interessi intimamente affini a quelli del discorso teatrale contemporaneo. E non solo, né tanto, per l'evidente drammaticità delle sue composizioni, la costante proposta del personaggio emblematico, solitamente vittima, l'escluso, l'alienato dalla scena sociale; o il frequente ricorrere dei motivi e dei segni stessi dello spettacolo. Il segno forte e tutto espresso, nasconde in realtà quella posizione di ambiguo che distingue qualsiasi valida drammaturgia"

Jaques Prévert "Si crea una attiva e positiva collaborazione tra l'uomo e l'artista, con la possibilità di comunicare con una visuale più ampia e di superare quegli ostacoli marginali o principali che determinano spesse volte dei vuoti sempre più incolmabili. Si può benissimo affermare che l'artista in parola, Gabriele Destefano, non è da annoverarsi tra i realisti, ne tanto meno tra gli astrattisti, perché la sua è un arte personalissima, che sintetizza con equilibrio le due correnti, che si serve di una astrazione per non cadere in una descrizione puramente esteriore del reale"

Philippe Daverio "Come la giungla della vita che nella giungla o attorno alla giungla pullula. Il piccolo e angusto mondo dell'arte contemporanea esige dai suoi addetti l'ubbidienza alle regole che uno spaurito mondo sacerdotale ha stabilito per ordinare un mercato globale. Si sceglie di essere artigiani o sperimentatori, geni incontrollati o buoni comunicatori, si aderisce ad una corrente, ad un giro d'appartenenza commerciale, ad una qualche cupola o cupolina che possa conquistare visibilità fra fiere, aste e biennali varie. Gabriele Destefano è fuori da tutto, o meglio ancora è "fuori" come dicono i ragazzi d'oggi ci chi è slegato da ogni tipo di conformismo.

Galleria d'Arte Arena, via Osanna 59 Reggio Calabria.
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