GIANNI TESTA

Nato a Roma il 23 ottobre 1936, città dove vive ed opera. Conclusi gli studi superiori, si iscrive ai corsi di Architettura presso l'Università La Sapienza di Roma che, nonostante superi a pieni voti il primo biennio, decide però di lasciare per dedicarsi completamente alla fiamma passionale della pittura che sempre più forte arde in lui. Frequentati i corsi della scuola di restauro presso la Galleria Borghese, sotto la guida della Prof.ssa Della Pergola, studia ed approfondisce le tecniche usate nelle varie epoche dagli artisti per interpretare attraverso la raffigurazione della realtà, quei sentimenti, ed emozioni, che non poco lo affascinano, tanto che per altri dieci anni egli si dedica quasi completamente al restauro, dal quale vien fuori profondamente motivato per le sue nuove necessità espressive. Lascia ormai maturo lo studio di questa tecnica per dedicarsi agli studi di scultura sotto l'egida del Maestro Bartolini. In quel periodo conosce e frequenta gli artisti Quaglia, Mazzacurati, Levi, Guttuso, Calabria e più tardi Pericle Fazzini con i quali diventa amico.

E' proprio Levi che vedendo già nelle sue prime opere quell'autentico talento, per il quale si distingue l'artista dal pittore, nel 1962, lo sollecita a partecipare ed esporre in collettiva insieme con Quaglia, Guttuso, Mazzacurati e Domenico Purificato. L'interesse con il quale la critica nazionale accoglie i suoi primi dipinti, oltre che le sue sculture, lo stimola a proseguire con caparbia tenacia la strada intrapresa, che si rivelerà nel corso degli anni, piena di sacrifici e rinunce, ma anche colma di successi all'unisono riconosciutigli e di traguardi brillantemente superati. Molti sono stati infatti i premi fin qui conseguiti, le rassegne collettive d'arte cui ha partecipato, dalla Biennale Romana (sin dal 1968) alla Triennale di Milano e alla Quadriennale di Roma (sin dal 1975), solo per citarne alcune, e altrettanti i concorsi nazionali vinti, partendo dal 1° Premio al Concorso "Brandy Italiano" del lontano 1970, fino al recente Premio alla Carriera consegnatogli dal critico d'arte Prof. Vittorio Sgarbi.  

A ben vedere quel colore rosso prediletto sempre mescolato all'avventurosa corsa dei cavalli, si ritrova anche nelle nature morte ma calato nelle forme dei frutti per esprimere quel senso sublime di lusso, calma e voluttà di cui diceva il poeta Aragon per le figure femminili dipinte da Henri Matisse. La furia coloristica che era nei cavalli passa dentro i frutti a scaldarli uno per uno e a creare un'armonia nell'insieme luministico...

Di lui hanno scritto i più autorevoli critici, nonché i quotidiani e mensili più rilevanti Si ricordano le recensioni di R. Civello, G. Fusco, F. Boneschi, V. D'Ambrosio, N. Chiaromonte, T. Bonavita, Berenice, D. Micacchi, A. D'Angelo, G. Da Via, R. De Vito, I. Fleming, L. Masetta, V. Polignone, G. Selvaggi, A. Schettini, R. Stern, B. Cerdonio, M. Gottescu, S. Giannattasio, G. Quenzatti, F. Nicotra, M. Passeri, A. Battistini, Emme, E. Mercuri, F. Ruinetti, F. Conti, S. Ciccone, nonché quelle di Tribuna Politic, Il Messaggero, Il Tempo, L'Unità, La Settimana, L'unione Sarda, La Repubblica, La Nuova Sardegna, Il Secolo XIX di Genova, La Gazzetta di Ferrara, Sardegna Attualità, Il Giornale di Sicilia, Il Secolo D'Italia, Oggi, Corriere di Napoli, Gente, La Notte, Momento Sera, La Gazzetta del Sud, Lombardia Notte, L'Idea, Corriere dello Sport, Daily American, Daily News, Metrò, Ecomond Press, Paese Sera, Il Giornale, Arte Dimensione, Arte, Art Leader, Flash Art, Bolaffi, Comanducci, Catalogo d'Arte Moderna Mondadori, Annuario d'Arte Moderna Editricein…Arte, Avvenire, Corriere dell'Umbria, Il Corriere della Sera, Corriere di Reggio, Corriere Aretino, Il Giornale d'Italia ed altri.


Idilio, olio su tela, 60x30

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