SILVANA CARROCCIO

Pittrice figurativa autodidatta, vive ed opera a Reggio Calabria. Ha esposto in numerose città italiane ricevendo consensi di critica e di pubblico. Ha tenuto mostre personali a Reggio Calabria nel 1981 presso il Centro di Arte e Cultura e nel 1985 presso la Galleria del Centro "Grandi Firme".

SILVANA CARROCCIO ha preso parte alle rassegne collettive "Fra Felice Griso" (Catona 1982), "Porta dei Leoni" (Reggio Calabria 1982) e alla mostra collettiva presentata presso la Biblioteca Comunale (Reggio Calabria 1990). E' stata premiata con il "Macchiavello" (Firenze 1980) ed ha altresì conseguito premi partecipando ai concorsi "Porta dei Leoni" nel 1981 e "Kiwanis" nel 1982.

Mostra di pittura di Silvana Carroccio, 3 dicembre 2009

Quando questo tempo passa su di noi con le immagini della natura violata, con la invasività e la rozzezza degli interventi dell'uomo che avvertiamo spesso come una ferita, quando gli egoismi diventano prevalenti rispetto alla domanda che pretende rispetto e tutela per l'ambiente, allora sentiamo più forte il bisogno di un'occasione di riconciliazione, di un momento che riporti il giusto equilibrio tra noi e il mondo che ci circonda.E' per questo che stasera consideriamo questa mostra un'occasione importante e siamo felici di essere qui perché la pittrice Silvana Carroccio, con il frutto della sua creatività, con la sua precisa scelta artistica, ci consente di riconquistare il gusto della buona rappresentazione ed assaporare con sentimenti di rispetto ed accoglienza la natura ed i suoi frutti.
Non è mai facile per un'artista disincagliare i propri ormeggi dalla vita di ogni giorno e superare le contraddizioni di un'esistenza spesso frantumata sull'altare della violenza gratuita, della conculcazione dei diritti più elementari, dell'offesa agli uomini ed alle cose; ma Silvana usa un linguaggio pittorico stemperante, esalta la magia del bello, trascende l'elemento materiale e propone le emozioni che suscita il paesaggio con tutti i luoghi del suo vissuto. Il suo osservatorio a volte è distante e contemplativo, e pare che la sua fonte d'ispirazione sia soggiogata dall'urgenza di un tuffo nel grande mare dell'infinito, per coglierne la lucentezza, la libertà di essere espressione autentica e non condizionata da steccati e compromessi. La traccia dei suoi dipinti non è un gioco dell'immaginario, non è un detrito sedimentato nel grande oceano che agita stimoli e fermenti creativi, ma il ruotare attorno ad un contesto d'immagini conosciute che ora si estende sull'immenso, ora fissa i contorni di un rifugio che prende la forma di un casolare, di una staccionata, di un vialetto o di un arbusto.Accade però, che l'artista, più volte, sia sorpresa da un'immagine più speciale, più circoscritta, un'immagine che suscita suggestioni descrittive più stringenti, più coinvolgenti.
E' il caso della pittura che si fa fotografia, quasi uno zoom che staziona sul particolare ed esalta la bellezza del soggetto appena scoperta. E così che vengono alla nostra attenzione opere come le agavi, colte nell'incrocio delle falde o tra una cornice di fichidindia, o la rete di rami di un albero senza rigoglio, o un cancello avvistato tra le nostre campagne che una folta vegetazione caratterizza nell'aspettativa di una rinascita. Le trame pittoriche, comunque, della Carroccio non sono mai chiuse. Vi sono lavori che l'artista giudica semplici perché evidentemente colgono gli stati d'innocenza del proprio animo. Si tratta di opere che rappresentano campi fioriti, ma con uno sciame cromatico e la profondità che caratterizza lo spazio infinito, la voglia di armonia, la scelta di stare in un contesto fatto di buoni sentimenti, di serenità: in una parola, di amore. E questa è una opzione artistica importante, quasi terapeutica, perché costringe alla resa ciò che è iniquo, ciò che flagella e spesso irrompe per sconvolgere la buona immagine della nostra umanità.
Certo si dirà che la pennellata dell'artista non è graffiante, che non è mai una sferzata, che non gioca sulla composizione e scomposizione del soggetto. Si dirà che manca l'opzione per il disordine folle della creatività innovativa. Ma non sempre le risposte alle esigenze dell'arte e dell’immaginario possono essere uno strappo. Ciò che, sicuramente, può affermarsi oggi è che la pittura della Carroccio è una risposta sincera e trasparente all'esigenza primaria che promana dalla sua anima, una risposta autodidatta che la sollecita ad esaltare la vita, la natura, il contesto più familiare e conosciuto. Le cromature delle opere presenti in questa mostra colgono, infatti, il miele della terra e l'artista sperimenta, a partire da sé stessa, il lento disciogliersi negli elementi di cui si sente parte integrante.
C'è una immersione profonda in tutto questo, il misticismo delle occasioni di trascendenza, la spinta a cercare di più, foss'anche più lontano, perché Dio è anche nel Creato, ed ogni pennellata di quest'artista, forse, è una carezza all'entità divina che i miracoli li compie davvero, anche attraverso la pittura, la musica, la poesia e l'arte straordinaria dell'esistere.

Dott. Giuseppe Bova

Informazioni sulle opere esposte sono disponibili contattando la Galleria Arena a info@galleriaarena.com

.... E' l'oggetto-soggetto natura a scandire la sua ricerca; ed è quasi un trionfo di luce e colore quello che riesce ad ottenere, grazie ad una interpretazione di ciò che il tempo ha scolpito nel suo io, sensibilissimo e genuino.

Da “Repertorio di arte contemporanea
Antares – Vincenzo Ursini editore 1993)


Silvana Carroccio - (Particolare)


" …….Ogni opera di Silvana Carroccio, anche se la fonte di ispirazione è consueta, è tale da fornire al fruitore la sensazione di scoperte sempre nuove: la natura, oggetto della sua ricerca, resa con larghe stesure di colore puro, denota sensibilità di intuito e freschezza di interpretazione.
È un figurativo che per la sua analisi del particolare, per il suo cercare di dominare l’atmosfera del soggetto trattato, ha un sapore ed un gusto di “passato” …

... Un grande amore per la pittura induce la Carroccio ad operare con quell'impegno tenace ancor più apprezzabile di un'autodidatta come lei, indubbiamente dotata di ottimo spirito di osservazione, reso e tradotto in forme cromatiche gradevoli dalle quali scaturisce l'esaltazione di un profondo sentimento bucolico, quasi di celebrazione della sacralità del paesaggio e degli elementi che lo compongono ".

Nuccia Micalizzi
(da Grande antologia ”Porta dei leoni” 1981)
 

"……. Le sue intuizioni pittoriche offerte dalla vera realtà, il lento trascorrere del tempo, le velate serenità di paesaggi avvolti da nostalgiche lontananze e le fresche composizioni di natura e di fiori, sono le argomentazioni trattate dall'artista, certamente capace di creare con la tavolozza brillanti luminosità, rese felicemente da uno stato creativo libero da ogni ombra esistenziale e da problematiche violente...

E' in fondo, il sentire della stessa artista, certamente capace di cogliere !a luce ed il bello di ogni intima emozione, desiderosa di attribuire alla realtà attuale le delicate armonie di equilibri forse perduti " ……..

Michele Alemanno
(da Grande antologia “Porta dei leoni” 1982)

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