In Galleria Arena... |
Gabriele De Stefano Sarà anche un luogo comune, ma è vero che nel cuore dei calabresi lontani è forte e indomabile il desiderio di tornare. Ovunque essi vadano, vivano, scaraventati dagli eventi, trasferiti in latitudini e longitudini diverse, avvertono, sempre prepotentemente, una spinta al ritorno. ‘Ritorno’ al mare, culla di ogni civiltà, ‘ritorno’ alla poetica fragilità di questo territorio spesso abbandonato, dimenticato, oppure violato nella sua selvaggia natura mediterranea. Per Gabriele De Stefano questo non è il ritorno omerico alla sua Itaca bensì la scelta di un uomo, che si sente cittadino del mondo, di ridisegnare il suo approdo al di fuori di paure e nostalgie. Come quando, giovanissimo, trovò le spinte autentiche per cercare se stesso e la via maestra oltre i confini della sua Calabria. |
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Wanda Albanese De Leo |
Con questa mostra la galleria Arena presenta trenta opere di questo indio metropolitano che dopo tanti anni torna a esporre a Reggio Calabria e che due tra i massimi critici d’arte raccontano così: "Un tripudio di segnali che provengono dal fondo dell'anima e dal profondo della foresta.Una pulsione che somma una miriade di pulsazioni. II tutto depositato sulla tela con la velocità della ferocia, con la sicurezza del gesto che non teme di sbagliare. Gabriele De Stefano è un curioso abitante del mondo delle arti visive che è andato a cercare i motivi d'una ispirazione rinnovata in terre lontane e equatoriali, laddove il mondo del sud e quello del nord sono indistinguibili nel calore e nell'umidità, nelle piante come negli animali. Lui, mediterraneo determinato come solo lo possono essere i calabresi induriti dal sole e dal mare, s'è dissolto per anni in una esperienza brasiliana che s'è fatta contagio. Oggi gli tornano alla memoria con la velocità della veemenza questi segnati accumulati che si fondono in un caleidoscopio dal moto perpetuo. Questa l'origine delle sue pitture, questa la loro motivata densità.” Philippe Daverio |
“Un pittore-stregone tra gli Indios dell'Amazzonia Venti anni. Il lungo periodo di frequenza costante con gli Indiani Yanomami, tra i bacini dell'Orinoco e del Rio Negro in Brasile, ci restituisce un artista sciamano, manipolatore estatico di una estetica di partecipazione emotiva ad un esempio di primitività pressoché unico al mondo. Ed a rischio di perdere la propria intima essenza.” Massimo Riposati |
Hanno detto di Gabriele De Stefano...
Galleria d'Arte Arena, via Osanna 59 Reggio Calabria.
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