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Se dal punto di vista della gestualità informale egli evoca un Morlotti o un Mattioli, è la difesa della linea figurativa del riconoscibile che fa di lui un giocatore di prestigio, cosciente del fatto che la pittura è la mediazione del sentimento. In certe composizioni come “Il sogno lontano”, dove Monteforte esalta vecchi ulivi aristocratici, antichi, rattrappiti, ma solidi, sembra più pregnante la necessità di seguire i percorsi complessi del rapporto tra la pittura e il sogno. In generale basta una semplice allusione, che sia un albero, o la curva sinuosa di un profilo collinare, per iniziare una narrazione nitida, persino semplice, ma della semplicità che solo la musica sa esprimere nelle composizioni solistiche. |