LA PITTURA COME TRADIZIONE

Livorno, città ricca di tradizioni pittoriche, ha da sempre formato nel corso degli anni numerosi pittori che, vuoi per stile, vuoi per capacità tecniche si sono messi in breve tempo in risalto. Tra questi merita una menzione particolare Agostino Veroni, artista amante de1 vero e fedele testimone di quella tradizione labronica che ha avuto nella correrne macchiaiola il suo maggior punto di riferimento.

Allievo del grande maestro della “macchina” Masaniello Luschi, il Veroni non si lasciato condizionare da forti correnti diversive pur avendo avuto una breve parentesi "informale". Ha mantenuto nel corso degli anni uno stile vero e spontaneo fatto di luci, cromatismi, ampie pennellate materiche e brillanti.


Le sue tele si presentano armoniose,calde vive nel suo insieme impressionistico. Nato a Livorno nel 1963, da sempre amante del disegno, si è affacciato alla pittura in modo professionale ormai da venti anni. Ha affinato le sue doti frequentando i grandi personaggi della pittura livornese come Ferruccio Mataresi, Giulio Da Vicchio e naturalmente Masaniello Luschi. Dal primo ha imparato nozioni di disegno mentre negli altri due ha assaporato i colori ad olio e le tecniche più importanti della pittura, Amante della pittura en-plein air, riesce a fissare sulle tele i momenti più caratteristici del vero come le salmastre libecciate sul Romito, le splendide campagne primaverili o i malinconici autunni.

Pittura di getto, materica, fatta con spontaneità e realizzata attraverso ampie pennellate, solari, cromaticamente elaborate. Ampia la sua soggettivistica che spazia dalle vedute bucoliche delle campagne toscane, alle marine, fino ad immergersi nei tagli degli angoli più caratteristici della città. Autodidatta è cresciuto negli anni acquisendo una serenità ed una padronanza nei mezzi che gli hanno valso importanti riconoscimenti a varie manifestazioni in ambito locale e nazionale.

Mauro Barbieri (Direttore Editoriale "Arte a Livorno... e oltre confine)


IMMAGINE E SENTIMENTO OLTRE “LA MACCHIA”


Riuscire a coniugare, attraverso il colore, passato e presente, figurativo e moderno non è un compito facile : Agostino Veroni nella sua più alta espressione artistica vi riesce egregiamente. Egli realizza la composizione pittorica attaverso1a contrapposizione di colori, così come insegna la scuola " della macchia"; ritrae la natura senza l'artificio del disegno, crea la forma attraverso l'uso puro di colori brillanti, stesi con pennellate veloci, e soprattutto con l 'ausilio della spatola. Nino (questo il nome con il quale gli amici lo chiamano) sente il forte desiderio di recuperare il senso dell'immediato privilegiando soprattutto l aspetto emotivo del momento.
Tecnicamente accentua il chiaro scuro per stabilire il valore strutturale della luce attraverso l'utilizzo materico del colore; usa la macchia nella più classica delle accezioni, come essenziale porzione di colore che convenientemente accostata ad un'altra definisce la forma, esaltandone però la consistenza materica e quindi i volumi prospettici del dipinto.


È evidente che la pittura di Veroni risente anche dell’ informale ma, a mio avviso, è un qualcosa di eccezionalmente diverso. Egli cerca la sintesi ma allo stesso tempo non vuole “tradire” la tradizione. La tavolozza è accesa, materica, a tratti romantica, moderna; in altri termini c'è in quest'artista il tentativo di dialogare col pubblico attraverso un linguaggio nuovo nel rispetto della tradizione.
E’ presente anche un lato romantico, velatamente nascosto, infatti, nel desiderio di raggiungere l'animo dello spettatore e di emozionarlo utilizza talvolta colori, puri si, ma delicati al tempo stesso, capaci di far commuovere ad esempio di fronte ad uno struggente tramonto. Il romanticismo nella pittura di Veroni non è mai scontato e lezioso, ma un sentimento passionale che trasmette forza ed esalta l'amore per la natura. Le sensazioni, vissute a fior di pelle dall'arista, liberano in lui la forza pittorica che guida una vigorosa spatola nel compimento delle opere provocando all'osservatore finale un'emozione indescrivibile.

Quadri così materici da sembrare "vivi", così “vivi" da fuori uscire dalla tavola supporto preferito. Il paesaggio toscano viene trattato con l'energia impetuosa dei tocchi di spatola attraverso una ricerca qualitativa degli impasti che ne esalta i colori privilegiando comunque la sintesi visiva; il colore, steso abbondantemente crea la plasticità della materia, ovvero l'impressione del rilievo.
Nino va nel profondo delle "cose", scandaglia intensamente il soggetto dei suoi dipinti fino a definire l'essenza, l'indagine intimistica della natura è alla base della realizzazione delle sue opere. Veroni è un pittore squisitamente moderno perché è alla ricerca continua di sintesi egli è anche un pittore tradizionale perché viene dal figurativo più puro, una tradizione che ha i suoi punti di riferimento nel suo storico e compianto maestro Masaniello Luschi. Ma negli anni Nino è riuscito a mettere insieme il suo bagaglio culturale e tutti gli insegnamenti ricevuti, oltre che da Masaniello anche dal suo primo maestro, Giulio da Vicchio, e a creare dunque una pittura più vicina al suo “essere", al suo temperamento, una pittura tutta sua.

di Alessandra Rontini - tratto dalla rivista "Arte a Livorno.. e oltre confine" - Gennaio 2010

“Dipingere è raccontale quello che sento, quello che mi colpisce. La natura è la protagonista dei miei quadri, amo dipingere dal vero proprio per cogliere l'essenza, l’emozione nei colori che si accavallano e si fondono l'uno nell’altro...”
 

La pittura di Agostino Veroni nasce così, è lui stesso a spiegarlo. Nasce dal colore dai contrasti fra le luci e le ombre, dalle pennellate che si avvicendano le une sulle altre, in un incessante divenire, nell'esigenza di cogliere l'attimo, l'emozione pure, la realtà vera, viva. Non è un caso infatti che questo artista in cui la tradizione labronica della macchia trova ampio respiro, ama dipingere en-plein air, per cogliere tutto il valore dell'incidenza della luce naturale sul paesaggio.

I suoi soggetti sono racconti, pezzi di vita quotidiana: il mercato in piazza Cavallotti con le sue tende rosse, le case sullo sfondo con i panni stesi e l'andare e venire delle persone tanto evidente, palpabile, che ti sembra di essere lì in mezzo, fermo come uno spettatore ad ascoltare il brusio, le voci. Oppure la marina di Ardenza, un'esplosione di tinte e tonalità da cui prende vita una giornata al mare tra ombrelloni rossi, gialli, blu e signore che parlottano in piedi, sedute, bambini che giocano e sullo sfondo l'azzurro del mare.


Ma Veroni non è solo questo; è anche un cascinale di campagna circondato da girasoli e da papaveri in cui si coglie la natura quella di una volta o forse quella che immaginiamo che sia. E ancora un viale d'autunno con le foglie che cadono, brillano di riflessi per poi spengersi sul terreno umido, ombroso. In fine il mare, in tutte le sue varianti, dalle mareggiate alle scogliere... l'intento è sempre lo stesso coglierei il momento, la forza della natura. Qualsiasi sia il soggetto ritratto, la pittura di Veroni è così: vera, sincera, diretta a cogliere l'essenza della natura che lo circonda e lo emoziona.

di Federica Cenci

Agostino Veroni, da oltre venti anni è attivo sulla scena pittorica livornese, le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all'estero. E’ stato protagonista di numerose mostre personali e collettive.

Tra i tanti riconoscimenti ricevuti negli ultimi anni:
-Premio Città di Camaiore Scuderie dei Borboni 2003
-Salsomaggiore Terme Premio 2004
-Il 1° Premio Estemporaneo al Rotonda 2005
-Il prestigioso "Premio Gino Romiti" alla Rotonda 2006


Galleria d'Arte Arena, via Osanna 59 Reggio Calabria.
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